Paolo Mazzo

Fotografo

Fotografo professionista dal 1993 realizza immagini per l'architettura, l'industria e il paesaggio urbano.

Fotografo professionista dal 1993 realizza immagini per l'architettura, l'industria e. il paesaggio urbano. Autore di progetti fotografici a sfondo sociale o urbano, ha prodotto, tra gli altri, lavori sulla rigenerazione culturale di una dimenticata città mineraria (Arsia, Croatia); sul popolo profugo Sahrawi in Algeria (“Voci distanti dal Mare”, Napoli 1998; “Il Coraggio di essere popolo”, Reggio Emilia 2002), o “Polvere di stelle” che guarda alla profonda ferita delle vittime dell'amianto a Monfalcone; oltre all'analisi urbanistica della città in cui ha a lungo vissuto (in F. Oliva, L'urbanistica di Milano, Hoepli editore, Milano 2002; e A. Arcidiacono, L. Pogliani (a cura di), Milano al futuro, et al./edizioni, Milano 2011). Nel 2005 realizza le fotografie per il volume “Voglio batterti, Robin Day. Indagine sul processo evolutivo delle sedie di Riccardo Blumer” edito da Compositori con la curatela di Gabriele Cappellato.

Nel 2006 ha realizzato la parte iconografica del volume “Dentro la Scala. Opere d'arredo di Riccardo Blumer” edito da Mondadori Electa . Sono del 2005 e del 2008 le pubblicazioni “Itinerari di architettura vicentina contemporanea” e “La città alta” realizzate su commissione dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Vicenza. Nel 2010 esce il volume “La Fornace Morandi-Processo di restauro e metodologia di recupero” sul progetto di restauro della Fornace a Padova ad opera dell'architetto Bruno Stocco per l'Editrice Compositori.

Il suo progetto Company Town, è stato esposto a Londra, dove viene analizzato lo sviluppo e la genesi di città cresciute attorno a importanti insediamenti produttivi (p.e. Zlin in Repubblica Ceca, Batovany in Slovaccchia , Nowa Huta in Polonia, e Hunedoara in Romania), o il lavoro sulla ex città mineraria di Anina (Romania), premiato alla biennale rumena di architettura del 2018 come miglior progetto per far diventare patrimonio il recupero della memoria di un ex sito industriale e inserito nel programma del festival di Castelnuovo nel 2019 dove è stato esposto con la direzione artistica di Elisabetta Portoghese e il comitato scientifico composto da Michela Becchis, Manuela De Leonardis e Simona Filippini. Dal 2002 collabora con gli atelier del primo e del sesto anno all’Accademia di Architettura di Mendrisio ed è stato dal 2007 al 2011 coordinatore della ISSI, l’international summer school di Ivrea, che si occupa dei temi della città di Olivetti in trasformazione. Ha tenuto lezioni e workshop allo IUAV, al politecnico di Milano e di Torino e alla scuola di fotografia di Milano cfp Bauer – ex Umanitaria.

Ha vinto il premio “Marco Bastianelli- Opera Prima“ nel 2010 con il lavoro “Radici di ferro”, un progetto sul primo insediamento delle acciaierie Falck a Dongo (Como). Ha pubblicato nel 2019 con l'Associazione Achivio Storico Olivetti il libro “Le case Olivetti a Ivrea: il lavoro dell’Arch. Tarpino e dell’Ufficio Consulenza Case Dipendenti” per l'editore Il Mulino; nel 2020 è uscito un libro sulla villa palladiana di Caldogno edito da Bononia University Press con la cura di Gabriele Cappellato. Nel prolungamento del progetto di analisi di diverse architetture palladiane, viste attraverso uno sguardo critico nuovo ed originale, uscito a fine 2021 una nuova pubblicazione che ha per oggetto la villa Forni Cerato in provincia di Vicenza a cui seguiranno gli sguardi legati ad altre realizzazioni dell'architeto Veneto. Sempre nel 2021 è uscito il volume “Connotazioni tra corpi” sul rapporto che lega il “progetto perfetto” di una sedia al corpo umano. Su un'idea dell'architetto Riccardo Blumer, docente dell'Accademia di Architettura di Mendrisio (CH), designer di fama internazionale, premiato con il “Compasso d'oro”. Nel 2022 è uscito un volume legato al valore dell'estetica della città industriale a Valdagno, in collaborazione con l'architetto Giorgio Ferrari.

Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Le ultime, in ordine di tempo, la mostra personale “Le Case Olivetti” a Ivrea in occasione del Festival dell'Architettura di Ivrea nel 2020 in collaborazione con l'Associazione Achivio Storico Olivetti, la mostra “quante case ci vogliono” con il pittore Bruno Lorini agli Archivi della Misericordia a Venezia nel 2021 e “Abitare a Bellavista “ Un quartiere Olivetti all'Urban Lab di Torino, curata dall'Associazione Archivio Storico Olivetti, sempre nel 2021.

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